Per fare un buon bonsai bisogna avere uno speciale rapporto con le piante. Bisogna vederle come sono in natura per poter dare loro una forma che sia naturale e per far sì che la mano dell’uomo non si veda, ma si intuisca.Antonio Ricchiari
Eretto formale (Chokkan)
In questo stile gli alberi hanno un tronco completamente dritto e verticale. Una volta molto popolare, è invece ora meno usato poichè la maggior parte dei bonsai verticali sono eretti informali. Idealmente il tronco dovrebbe assomigliare ad un cono dalla base all’apice. Questa forma ricorda gli alberi che crescono senza impedimenti in spazi aperti, senza la concorrenza di altri alberi. I rami lasciano il tronco alternativamente da sinistra a destra a quella posteriore e senza rami che si affacciano sul fronte fino al terzo superiore della struttura. Tutti i rami saranno prevalentemente orizzontali o leggermente cadenti come se fossero appesantiti dalla neve in inverno. Può essere una forma difficile da realizzare e si raccomanda di scegliere alberi dalla forma naturalmente dritta. La sagoma di un eretto formale è triangolare anche se non rigorosamente simmetrica, le specie decidue non sono adatte a questo stile mentre conifere come il tasso, cipresso e cryptomeria sono dei buoni candidati.
Eretto informale (Moyogi)
E’ la forma più comune, se si osservano gli alberi in natura. Può essere usata per la maggior parte delle specie di alberi. Il tronco può torcere, ruotare e cambiare direzione con un certo numero di curve lungo la sua lunghezza, anche se la crescita è sostanzialmente verso l’alto. I rami tendono a emergere dall’esterno delle curve del tronco. La forma è irregolare triangolare.
Scopa rovesciata (Hokidachi)
La forma a scopa rovesciata ha un tronco principale che si divide a un certo punto in tre o più rami approssimativamente di uguale spessore che crescono in diagonale verso l’alto dal tronco centrale. La sagoma dell’albero assomiglia ad una scopa giapponese rovesciata, da cui il nome. Il tronco principale della scopa convenzionalmente tende ad essere 1/3 dell’altezza complessiva del bonsai. Non ci sono rami orizzontali; tutta la ramificazione è posta diagonalmente in forma di ventaglio.
Inclinato (Shakan)
In questa forma il tronco si inclina come se crescesse verso la luce o come se fosse esposto ad un forte vento. Il tronco può essere diritto o curvo, con i rami sul lato riparato più bassi rispetto alla loro controparte dall’altro lato del tronco. Una caratteristica importante di questa forma è che il nebari (radici) deve essere esposto per ancorare l’albero, come se volesse impedirne la “caduta”. Le radici sul lato verso il quale si appoggia l’albero devono essere brevi e compresse, mentre le radici sul lato opposto devono essere forti e dominanti, proprio per ancorare l’albero al terreno.
Spazzato dal vento (Fukinagashi)
Questo stile è una delle forme più difficile da realizzare come bonsai, anche se è spesso risulta molto attraente per i principianti. Lo stile spazzato dal vento è anche una delle forme più fraintese, con la tendenza a dirigere tutti i rami su un solo lato del tronco, a volte a scapito della forma finale.
Doppio tronco (Sokan)
In questa forma, due tronchi verticali emergono dalle stesse radici. Entrambi i tronchi (alberi) devono presentare forme e caratteristiche simili essendo cresciuti insieme nello stesso ambiente. Tuttavia è importante che un tronco sia notevolmente più alto, più spesso e forte rispetto al secondo, come se avesse ricevuto più luce solare e più nutrimento rispetto all’altro tronco.
Tronco multiplo (Sankan)
E’ una variante dello stile Sokan da cui si differenzia in quanto dalla stessa radice si dipartono tre tronchi al posto di due. Anche in questo caso i fusti per risaltare esteticamente devono avere misure diverse: il più sviluppato sarà detto “padre”, il più piccolo “figlio” e quello intermedio “madre”.
Arbusto (Kabudachi)
E’ una variante dello stile Sokan. Sfruttando i getti radicali che si dipartono dalla radice, si fa crescere un numero imprecisato di fusti. In ogni caso il numero di fusti è superiore a tre e sempre in numero dispari. In natura è tipico di querce, faggi, frassini e alcuni tipi di aceri.
Bosco (Yose-ue)
In questa forma un gruppo di alberi con le proprie radici sono piantati insieme in modo tale da creare un bosco in miniatura. Si deve utilizzare un numero dispari di piante, a meno che tale numero sia superiore a 13 o 15 alberi. Si utilizzano alberi della stessa specie, con tronchi abbastanza diritti di varie dimensioni e altezze. Nell’insieme si dovrebbe creare una forma complessiva triangolare irregolare.
Zattera (Ikada-buki)
Questo stile replica quegli alberi i cui rami puntano verso l’alto e spuntano da un singolo tronco di albero caduto. Essenzialmente molto simile ad un bosco, tranne per il fatto che ogni albero è supportato dallo stesso sistema radicale collegato.
Cascata (Kengai)
Questo stile è insolito poichè l’apice del tronco non è il punto più alto della struttura. Rappresenta un albero che cresce dal lato di un dirupo e scende verso il basso, anche se può avere una piccola porzione che cresce verso l’alto. Poichè la tendenza naturale degli alberi è quella di crescere verso l’alto, può essere molto difficile stimolare il vigore in un bonsai che è costretto a crescere verso il basso. Le cascate sono spesso tentate dai principianti per la loro forma sorprendente, ma è raro vedere forme a cascata di buona qualità. In questo stile l’apice della pianta risulta posto più in basso del bordo inferiore del vaso, perciò la pianta deve essere collocata su di un apposito rialzo.
Semi-Cascata (Han-Kengai)
Nella forma a semi cascata, a differenza dello stile a cascata, l’apice della pianta cade tra la base e il bordo inferiore del vaso. La forma a semi-cascata comprende anche alberi con tronchi orizzontali che terminano all’incirca alla stessa altezza del bordo del vaso. Le radici devono apparire forti sul lato opposto rispetto alla direzione del tronco.
Su roccia (Ishitsuki)
In questa forma il bonsai è piantato direttamente in una cavità o in un pezzo di pietra porosa collocato su una roccia, con le sue radici che scendono verso il basso in un contenitore pieno di compost. Questo stile replica quegli alberi che crescono in natura in regioni montagnose e rocciose e devono estendere i loro sistemi radicali nella roccia sterile per trovare abbastanza sostentamento per sopravvivere.
Letterati (Bunjin)
I bonsai letterati prendono il nome da una classe d’élite di studiosi cinesi. Nei loro dipinti venivano raffigurate figure astratte e forme calligrafiche che raffiguravano alberi cresciuti in paesaggi montuosi. Questi alberi devono le loro forme alle condizioni climatiche estreme, infatti presentano tronchi lunghi e sottili. I bonsai di questo tipi hanno pochi rami che partono molto in alto dal tronco, quel tanto che basta per permette al fogliame di sopravvivere.
Radici esposte (Neagari)
Alcune grosse radici esposte seguono per lunghi tratti, prolungandolo, l’andamento del tronco, mentre altre, generalmente più sottili, se ne distaccano: la pianta appare come sospesa e l’insieme suggerisce sensazioni di aerea leggerezza. Attualmente poco usato, questo stile ha conosciuto in passato periodi di grande prosperità.
Tronco dilavato (Sharimiki)
In questo stile prevale il legno secco opportunamente trattato. Nei casi limite uno o più rami laterali, uniti da una sottile linea di corteccia alle radici, ricostruiscono la pianta e danno l’impressione di un albero che è sopravvissuto a forti calamità naturali.